venerdì 1 febbraio 2013

La sigaretta elettronica: fa male?


La sigaretta elettronica è un inalatore che vaporizza un liquido, simulando così il fumo del tabacco delle sigarette. Ultimamente se ne vedono
parecchie in giro, e ancora non ci abbiamo fatto l’abitudine: vediamo gente che sbuffa fumo in luoghi chiusi in grande tranquillità, mentre noi sgraniamo gli occhi, e poi ci accorgiamo che invece di una sigaretta hanno in mano una specie di tubetto. Il fumo della sigaretta elettronica non puzza.
Nata come aiuto per i fumatori che vogliono smettere o ridurre i loro consumi, la sigaretta elettronica in sé non contiene tabacco ed è alimentata da una batteria ricaricabile. Chi la fuma inala un vapore formato da acqua, glicole propilenico, glicerolo, aromi alimentari. La nicotina può esserci, in diverse dosi, o può non esserci per niente. L’inalazione del vapore – che è disponibile in vari sapori – provoca una sensazione simile a quella che si prova inalando il fumo delle sigarette vere. Nella sigaretta elettronica quindi non c’è combustione e, teoricamente, il rischio cancerogeno è più basso, per la mancanza appunto dei residui di questo processo, come catrame e idrocarburi policiclici aromatici.
Quanto costa
Il prezzo varia naturalmente in base al modello e del produttore: negli Stati Uniti si possono spendere dai 60 ai 150 dollari, mentre in Italia la spesa media può variare dai 20 ai 100 euro, per quanto riguarda le sigarette elettroniche che si trovano in farmacia e nei rivenditori specializzati. La maggior parte delle aziende le importano dalla Cina. In Italia il commercio delle sigarette elettroniche è cresciuto soprattutto nell’ultimo anno, con lo sviluppo di una serie di negozi. La formula principale della distribuzione è quella del franchising: si comprano le sigarette in Cina, a basso prezzo, e le si rivendono a prezzi aumentati in Italia, anche in base al livello di nicotina contenuto dalla sigaretta elettronica.
La salute
Il ministero della Salute ha spiegato che «non si possono escludere effetti dannosi per la salute umana, in particolare per i consumatori in giovane età». Il punto principale riguarda la possibile pericolosità del vapore inalato. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha detto inoltre che non è ancora possibile stabilire scientificamente se questi dispositivi siano realmente efficaci per smettere di fumare e, a oggi, non ci sono elementi per stabilire la sicurezza del loro utilizzo. Nel febbraio del 2010 il ministero della Salute ha stabilito che tutti i prodotti devono comunque essere etichettati e indicare la concentrazione della nicotina, che rimane comunque un vasocostrittore. È stato dimostrato però che le sigarette “normali” contengono circa 4mila sostanze, tra cui diverse cancerogene e tossiche, anche se, per quanto riguarda le sigarette elettroniche, non ci sono studi che abbiano chiarito se e quanto faccia male il vapore inalato nei polmoni nel lungo periodo.
Vito Tafuri

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